Presentazione Libro Pastorale Digitale 2.0

Dall’ interessante progetto Pastorale Digitale 2.0, che sfruttando le grandi possibilità che offre il web oggi,  esplora le nuove strade all’educazione alla fede, nasce anche un libro omonimo. Di Riccardo Petricca, il libro Pastorale Digitale 2.0 si fregia di accogliere la postfazione a cura del Mons. Gerardo Antonazzo, Vescovo della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

La grande esperienza del progetto pastorale digitale quindi, viene trasferita in un testo che, con le tinte coinvolgenti ed emozionanti del romanzo autobiografico, arriva a testimoniare una storia di ‘comunione’. Il protagonista infatti, attraverso il suo percorso alla riscoperta della fede, amplia le voci narranti che, da una diventano tante: sono quelle dei tanti fedeli che come lui convogliano sul web e contribuiscono alla creazione del progetto Pastorale Digitale 2.0.

Un libro che fa bene all’anima sotto molteplici aspetti. Non per ultimo il fatto che tutti i ricavati delle vendite, l’autore ha deciso di devolverli interamente per i progetti di aiuto ai migranti e per la missione in Burundi.

Un libro, questo di Riccardo Petricca, che ha affascinato molto il Vescovo Gerardo Antonazzo, e nella sua postfazione ha voluto così descriverlo e omaggiarlo: “L’intuizione molto originale che si sprigiona progressivamente in questo scritto è la traslazione del lettore da alcuni quadri autobiografici alla descrizione della “pastorale digitale”, rivisitata secondo il metodo e i processi formativi dell’autobiografia. Pertanto, alla domanda: “Cos’è la pastorale digitale?”, la risposta che da queste pagine apprendiamo potrebbe essere espressa così: la pastorale digitale della diocesi è l’autobiografia di una Chiesa particolare! La pastorale digitale delinea il volto di una Chiesa che si racconta, e perciò si forma due volte: perché comunicando rilegge il suo cammino formativo, e allo stesso tempo provoca un ulteriore processo educativo, proponendosi ulteriori traguardi. La vocazione della “pastorale digitale”: favorire una forma di autobiografia di una Chiesa particolare, quella di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, che si racconta e si lascia educare dalla sua storia raccontata, riflettuta e condivisa”.


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